Informazioni personali

La mia foto
Mi presento. Sono nata in un freddo e grigio pomeriggio invernale dell'anno 1977. La mia prima apparizione sul palcoscenico "mondo" fu un po' rocambolesca e quasi "felliniana". Ho coltivato fin da piccola la passione e l'entusiasmo per le cose uniche, originali, a volte bizzarre ma tremendamente vere quanto insolite, che hanno reso e rendono la mia vita una pellicola cinematografica rara e meravigliosa. Laureata in Sociologia della Comunicazione, ho molti interessi che nutro con cura: la musica, il teatro, il cinema, la radio, la fotografia, la moda, i viaggi. Sento di appartenere a questo universo in continua espansione e so che anche lui mi appartiene, in maniera discreta, nei piccoli grandi gesti, in un abbraccio, in una foglia ingiallita, in un sorriso, quando mi regala momenti indimenticabili. Mi piace scrutare il mondo, sbucciarlo come si fa con un frutto, assaporarne la polpa. Credo che non vi sia spettacolo più bello della scoperta e della condivisione della felicità. Questo blog è una telecamera sulla mia e vostra vita, una sceneggiatura in cui tendenze, passioni, gusti, giochi e bisogni si intrecciano... ed allora non mi resta che augurarvi "Buona Lettura"

mercoledì 3 gennaio 2018

Quando l'amore si raccontava con le lettere

Mi domando spesso cosa succederebbe all'amore se ci fosse un'interferenza dimensionale tra due amanti....mettiamo che lui sia del 1850 e lei del 2050....cosa e come se lo racconterebbero???
Una volta mi capitarono tra le mani antiche cartoline che il nonno di mia madre scriveva alla sua amata. Poche righe intrise di rispetto oltre che affetto, ermetiche, senza punti sospensivi o esclamativi. Poche proposizioni che non lasciavano spazio a fraintendimenti, incertezze, domande perentorie. Direi proprio come accade ora....con messaggistica, post, condivisioni....e così l'evento intimo, amore e pulsioni, si trasformano in un'abbuffata All You Can Eat (prezzi modici gran profitto - vale a dire accesso gratuito ad un'infinità di opzioni sentimentali).
Una proposta di matrimonio diventa un cortometraggio instagram, fa il giro del mondo, ritorna al mittente, commenti a destra e manca, alcuni offensivi per un sadico gusto distopico, altri smielati ai limiti di una favola disneyana. Non esistono più le mezze misure, quei bilancieri che confinano reale e surreale. Oggi è il tempo di instagram, ieri lo era facebook, prima ancora twitter.....si cambia social un pò come un fidanzatino in età adolescenziale....ci si approccia all'inizio in maniera timida, scrutando profili a destra e manca, optando per un'identità precisa, poi si fantastica e diventa un vero e proprio appuntamento giornaliero, e ci si concede infine in maniera quasi sfacciata e smaliziata.
E se dall'altra parte dello schermo ci fosse un uomo o una timida donna dell'età vittoriana (....e quando parlo di "vittoriano" non mi riferisco allo steampunk...) come parleremmo d'amore? 
Forse il bisogno di comunicare in altra maniera ci svelerebbe "nuovi vecchi" tempi e metodi, quelli ormai in disuso da secoli, quelli che lasciavano spazio a pensieri non necessariamente contraddittori ma impregnati in giusta misura da fatalismo e speranza. 
E' cosi' difficile ora svelarci nella nostra naturale e fresca emotività? 
Lascio a ciascuno la sua risposta.



martedì 19 aprile 2016

La felicità è un percorso, non una destinazione.


Il mio silenzio è stato solo una lunga riflessione, la meditazione evocativa di un'utilità per questo blog. Essere un caleidoscopio sociale sicuramente mi aiuta e mi presta ad innumerevoli interpretazioni, come innumerevoli sono gli assi ed i piani su cui verto il mio sguardo.
E resto folgorata da quanta bellezza mi avvolga, in ogni minima cosa, e riposo sotto questo meraviglioso albero che è la vita (non a caso ho scelto questo quadro...), una vita così piena, così altalenante, così imprevista, a tratti dolorosa, a tratti grigia, fatta di salite e discese, di lunghe passeggiate e corse in una lotta continua contro il tempo e la sua arma, la precarietà, che come una frusta schiaffeggia clessidre e lancette. Questa vita che non smette, comunque, mai di stupirci con l'esperimento di un sorriso neonatale, con le prime scoperte di piacevolezza e desiderio, con un frutto che da acerbo diventa maturo, due piccoli seni che preannunciano la sacra fertilità ed il godimento.
Ecco perché il motivo di una scelta: indagare e sviluppare. Del resto non sono che una sociologa dimenticata forse dai miei libri, da una società poco attenta alle esigenze altrui, fagocitata da stimoli artificiali, meccanici, ridondanti.
Ed è questo quello che voglio fare con questo blog, visto che non mi viene concessa la possibilità di farlo diversamente, nei ritagli di una giornata, tra lavoro e studio, continuo studio e ricerca di me stessa. Sarà mia premura affrontare diverse condizioni e situazioni, filtrare stimoli ed esperienze, aiutare per quanto mi possa essere possibile, riflettere anche di luce altrui.
Il mio suggerimento siete voi ed il vostro, mio, diritto di felicità, perché è proprio vero:
la felicità è un percorso, non una destinazione.

 

martedì 3 marzo 2015

Io non invento nulla, immagino tutto.

L'altra sera è capitato di imbattermi in questa frase di Brassai mentre leggevo degli articoli sulla fotografia, la comunicazione a mio dire più immediata ed incisiva, la capacità di congelare in un "click" un attimo irripetibile, senza spreco di parole.
Lo stesso Brassai, del resto, sosteneva che la fotografia dovesse suggerire, non insistere e spiegare. Proprio come il termine indica, è una "scrittura eseguita con la luce" ed io aggiungerei "un prolungamento dello spirito" che sfiora, si riposa un attimo, continua nella ricerca dell'immagine perfetta di un'idea. 
La tecnologia oggigiorno permette a chiunque di essere un fotografo, ma possiamo parlare di arte, per parafrasare una delle mie scrittrici preferite, Isabel Allende, solo quando si riesce a creare attraverso la foto quella combinazione tra verità e bellezza. E' il bisogno di svuotare la realtà da significati denotativi per ricercarne una connotazione poetica.
Ciascuno può diventare attore inconsapevole della regia mentale di chi fotografa, qualsiasi cosa impregnarsi di assolutezza,"...la trasparenza di una foglia d'autunno, la forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, la curva di una schiena femminile, la consistenza di un vecchio tronco d'albero, altre sfuggenti forme della realtà...".
Nel mio cammino ho avuto il piacere di conoscere fotografi professionisti e chi fa della fotografia un diletto. Fortuna ha voluto che ciascuno mi offrisse un suo personale punto di vista o interpretazione del mondo, una finestra da cui affacciarmi ed osservare stupita, ciascuno con le sue sfumature, i suoi dubbi, la sua malinconia o decadenza, le sue gioie o speranze. Ogni "click" è un vissuto, un imprinting, la porta di accesso all'autoanalisi, una conferma dell'eterna lotta tra pregi e limiti, bene e male, bello e brutto, aulico e viscerale. Ogni "click" è un'intera esistenza in cui si sgambettano passato, presente e futuro.
Vi sono fotografie che hanno lasciato un marchio indelebile nella storia sia per la popolarità che hanno acquisito che per la loro capacità di trasmettere gli umori e le emozioni dei protagonisti. Come dimenticarci, ad esempio, di Will Counts e la sua Elizabeth Eckford, prima allieva di colore ad essere ammessa alla Central High School, che procede con sguardo basso tra gli insulti razzisti e l'odio della comunità bianca; Kevin Carter con "Il bambino affamato e l'avvoltoio" con cui vinse il premio Pulitzer, foto tragicamente vera, disarmante, agghiacciante; Arthur Sasse con la famosa linguaccia di Albert Einstein; Joe Rosenthal con "Alzando la bandiera a Iwo Jima"; Alfred Eisenstaedt con "Il Bacio", quel meraviglioso bacio, aggiungerei, tra marinaio e infermiera che sanciva la fine della seconda guerra mondiale; Jeff Widener con "La protesta in piazza Tienanmen", testimonianza di coraggio e stoicismo; Steve McCurry e la sua "Ragazza afgana"ed i suoi grandi occhi verdi che sembrano chiedere giustizia; Iain Macmillan con la copertina di Abbey Road, l'ultimo album dei Beatles; Robert Capa e tutti i suoi scatti sul fronte. Ce ne sarebbero altri da citare, ciascuno con un proprio credo, un bagaglio valoriale, una teoria, un dubbio.
Anche l'Italia è un "vespaio" di eccellenze in ambito fotografico. Come ripeto, io ho avuto il piacere di conoscere molti di questi "cantastorie". Ho, inoltre, la fortuna ed il privilegio di essere nata e cresciuta tra rullini, obiettivi, flash, pellicole. Ma non riesco ad essere imperturbabile quando osservo un lavoro di mio fratello, Michele Amerise ( https://www.flickr.com/photos/michele-amerise/  ; michele.amerise@hotmail.it ). E se è vero che una fotografia non va spiegata perché, azzardando un paragone, è come una barzelletta che perde di ogni ironia se la si spiega, lascerò che siano le sue foto a raccontarlo, a raccontare la vita, il mondo ed i suoi colori.





















Questi scatti sono tratti da collezioni private, rassegne, pubblicazioni.
Copyright Michele Amerise.


sabato 21 febbraio 2015

"Quanto bene mi vuoi?". "Ehmm...circa 50 frustate!"

Ormai sono giorni che non si sente parlare d'altro che del nuovo "fenomeno" cinematografico "50 sfumature di grigio"....
Senti parlare chiunque: le tredicenni, le madri, le famose "casalinghe disperate", i ragazzini con i risvolti ai pantaloni (moda a mio dire orribilante), i giornali e la televisione...addirittura ho sentito parlare due vecchietti distinti, seduti su una panchina, guardando il mare con aria perplessa.
Ma perché? Io, logicamente, curando un blog che si occupa di tendenze sociali e culturali, e da brava sociologa della comunicazione, non potevo esimermi dal guardare questo film ed esprimerne un giudizio, non fosse altro che per curiosità, pur ammettendo che non ho avuto voglia e tempo di leggere il romanzo da cui è tratto (....anche se dopo ho sgranato gli occhi...apprendendo che in realtà si tratta di una trilogia...quindi non potrò cavarmela per i prossimi due/tre anni).
Ve lo giuro, i buoni propositi per non avere idee preconcette nel guardarlo, liberare la mente dai classici stereotipi, comodamente, in assoluto relax, c'erano. Ma già a mezz'ora dall'inizio della visione, avevo intuito quale sarebbe stato l'epilogo. Penso che avrò masticato nervosamente il chewingum per circa un'ora e trenta minuti, sforzandomi di non esprimere giudizi e cercando di capire secondo quali logiche gli sia stata attribuita tutta questa risonanza. Niente di nuovo, "classica" storia d'amore, un pò alla "pretty woman" con la differenza che il Sunset Boulevard è una stanza, un concentrato di sadomasochismo. Luoghi comuni?
Beh, prima di tutto la ragazza "ingenuotta" che si trova a vivere in una realtà a cui è completamente estranea; secondo, il belloccio ricco e sociopatico, narcisista ed egoista con una storia familiare drammatica alle spalle ed un'esclusività ereditata; terzo, l'amore che vince su ogni cosa, come il bene sul male, come il bello sul brutto (...tendenza filoamericana...qualsivoglia pellicola guardiate. Suggeritemi, infatti, un film commerciale americano dove questi equilibri vengano sconvolti!!!). Mi direte, riferito a chi l'ha visto "eh no, la storia non finisce bene!!". Io, invece, vi assicuro che la storia evolverà in tutt'altra maniera...e me ne devo fare una ragione.
Ma perché tutto questo interesse per il sesso sadomaso e BDSM? Intanto, che sia chiaro di cosa si tratti (soprattutto per evitare, emulando il film, spiacevoli inconvenienti e pronto soccorso affollati).
Con BDSM si fa riferimento a tre pratiche differenti che spesso si mescolano:
BD = Bondage and Discipline (bendaggio e disciplina);
DS = Domination and Submission (dominazione e sottomissione);
SM = Sadism and Masochism (traduzione scontata ed ovviamente omessa).
Questa distinzione, in realtà, è una scala valutativa per capire quanto oltre possa spingersi un partner. Il tutto si struttura come un percorso di studio in cui il "tutor" diviene colui/ei che è più addentro/a nel ruolo. Addirittura, nel sadomaso esiste anche una parola di sicurezza in maniera tale che volendo ci si possa bloccare. Secondo delle ricerche pubblicate su New Scientist, queste pratiche farebbero bene al rapporto di coppia. Ai protagonisti del film ha fatto tutto tranne che bene!!!sarà stata la pessima sceneggiatura, la pessima regia, una recitazione deludente...
Comunque, signori/e il prossimo San Valentino mi raccomando: quando vi verrà chiesto cosa regalarvi, saprete cosa suggerire al vostro partner, ed alla domanda fatidica, tra secondo e dessert, "Quanto mi ami?" potreste sempre rispondere "più o meno 50 frustate...ma posso fare di meglio!!"




domenica 8 febbraio 2015

Abbinamenti o complementi!!!

Proprio stamane mi domandavo quando avrei trovato l'ispirazione per scrivere un nuovo post e soprattutto quale sarebbe stato il nodo cruciale da cui districare un'insolita argomentazione.
Eureka!!!!
Quale tema migliore se non il variegato mondo degli abbinamenti e dei complementi...
La tematica, a parer di molti, potrebbe sembrare banale e prevedibile nel suo sviluppo; vi assicuro che è tutt'altro che scontata. Logicamente, le due parole si prestano ad una molteplicità di sviluppi e di interpretazioni se solo pensiamo alla diversificazione delle personalità e dei rapporti. Eh si!! perché non parlerò solo di un'esasperante ricercatezza negli alimenti ma paragonerò il tutto ai rapporti interpersonali. Il che comporta uno scatto fotografico non semplice, un'inquadratura non proprio nitida, ma piuttosto un intreccio di pellicole che ingarbugliano la mente, e per quanto ci si appresti a razionalizzare ed attribuire una logicità a gesti, sguardi, sorrisi, parole ed omissioni, quello che si profila davanti ai nostri occhi è il caos cosmico più totalizzante.
Siamo così esasperati e fagocitati dalla perfezione e dai tempi per perseguirla, dai ritmi metropolitani, dagli umori "social net" e dalle attese ed aspettative, che ormai non hanno alcuna valenza le sfumature ma i colori del "si" o "no" e per chi si sottrae a questa logica il grigiume dei "perché?" . 
Eppure, vi assicuro miei cari, che non c'è niente di più affascinante dell'ascoltare i propri sensi ed i loro bisogni, indipendentemente dalle artefatte logiche narcisistiche e morali imposte dai nuovi social, da un'educazione proibitiva e frustrante, dal "buon marketing" che dobbiamo fare di noi per renderci più appetibili.
Ora, non volendovi tediare oltre, perché il mio blog è tutto tranne che una lezione sociologica, consiglio apertamente di dedicarvi un attimo di tempo, di ascoltarvi e gioire delle vostre insolite scelte.
La mia riflessione trae spunto da un evento che sto organizzando, una degustazione rum e cioccolato e la scelta degli abbinamenti e complementi (https://www.facebook.com/events/942492552441576/?notif_t=plan_user_joined). 
Apparentemente, sia per origine che per trattamento, si tratta di due alimenti molto differenti ed altrettanto incisivi.                          
La cioccolata così arrendevole, morbida, avvolgente, golosa...al pari di una bella donna che si appresta ad uscire per un primo appuntamento. Si incipria di bianco, si tinge di rosso, si adorna di croccanti, lascia un retrogusto amaro, nella sua inflessibilità ed integrità, ed uno dolce nella concessione di un bacio e nalla sua frivolezza leggera.
Il rum, così deciso e determinato, un uomo nel suo completo gessato, scarpe lucide e cravatta di seta. Un sorriso appena accennato e gesti sicuri. Nati con e per intenti diversi eppure così complementari tra di loro. Quindi, come si può affermare con assoluta certezza che esistono necessariamente delle regole imprescindibili? Questo è un esempio concreto di quanto spesso lasciarsi guidare dai sensi, per quanto azzardato, possa essere la strada meglio percorribile.
E le persone, con i loro bagagli di vissuti, errori e successi, paure e sicurezze, tentativi e rischi, non sono da meno. Ed allora perché non azzardare? Spesso le unioni meglio riuscite sono proprio quelle inaspettate, curiose, apparentemente incongruenti ed inconcludenti. Per carità...c'è chi trova la compensazione e la complementarietà un'estensione del sé ed un appagamento totalizzante....io non la penso propriamente così. In fin dei conti, ritrovarsi dopo una giornata piena a condividere sprazzi di momenti indipendenti e differenti, gusti ed opinioni spesso contrastanti, lo trovo molto affascinante ed originale. Iniziare ogni tanto una frase con "Io" e non con "Noi" è abbastanza appagante. Sarà egoismo? Non credo. E se è vero, come diceva un famoso comico, che l'uomo e la donna sono le persone meno indicate per vivere una vita insieme, io rispondo con un secco "No!" perché il trucco sta nel concedere il giusto al momento più appropriato. Ulteriori complementi arricchiscono, riempiono, e spesso saziano.Un buon sigaro può essere acceso e fumato, ma se il rum o la cioccolata sono scadenti....mmmm...non resta che del semplice fumo!







venerdì 18 luglio 2014

L'età non può appassirla, né l'abitudine rendere insipida la sua varietà infinita



Non me ne voglia Shakespeare se prendo spunto dalle sue parole in Antonio e Cleopatra per descrivere la sensualità, la bellezza e la creatività di questa donna, la Marchesa Luisa Casati.
Mi è sembrato giusto scrivere un post su di lei, anche perché ne traggo quotidianamente ispirazione ed è precorritrice di tutte le tendenze. Forse qualcuno si illude che Lady Gaga o Madonna, su consiglio di qualche "stiloso stilista" o visagista, siano le uniche donne a giocare con la propria immagine osando e contravvenendo ad ogni buon costume che si rispetti o bigotta morale??!!! Beh, vi sbagliate. Loro non sono nient'altro che una "folkloristica" imitazione, venuta oltretutto male, di un dipinto più unico che raro.
Luisa Casati fin dalla tenera età inizia ad appassionarsi alle arti figurative, alla scrittura, inventa personaggi, diventa lei stessa un'opera d'arte attraverso la sua vita ed il suo aspetto estetico. 
Sguardo languido e triste, occhi smarriti dietro una matita nera colata, bocca serrata in parole non dette, e quell'atteggiamento trionfale e pomposo di una regina che avanza fiera tra gli sguardi indiscreti e bramosi di corte.
Donna dalle mille risorse, libera, felina, poco accondiscendente alle altrui richieste, ama farsi fotografare, disegnare i suoi abiti, ornarsi il capo di piume e cristalli. Si concede con vezzo ai pettegolezzi, vi aleggia sopra, organizza incontri di artisti e pensatori del tempo nei suoi giardini di palazzo Venier Dei Leoni a Venezia, uno zoo a cielo aperto: albini, corvi, ghepardi e pavoni.
A lei si ispirano poeti, stilisti, truccatori di ieri e di oggi. Anche Coco Chanel ne resta folgorata. E' musa ispiratrice dei futuristi Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Fortunato Depero.
Nel 2004 nasce il brand inglese Marchesa da un'idea di Keren Craig e Georgina Chapman per omaggiarla e ricordarla. Da subito si rivela un successo.( http://www.marchesa.com/). 
Sulle passerelle the smokey eyes delle modelle eteree e diafane puntano lividi gli obiettivi dei fotografi, non si concedono a sorrisi, non una mimica. 
Morirà nel 1957 a Londra perchè si sa, la vita dura un battito di ciglia, ma il suo mito albergherà sempre nel cuore di chi si è affacciato al davanzale della sua sconvolgente storia con il rimpianto, probabile, di non aver mai fatto parte di quel meraviglioso mondo visionario.





giovedì 24 ottobre 2013

Dio salvi la proprietà intellettuale!!!


L'arte non ha etichette, è gravida di idee che si sprigionano sui fili ad intermittenza dell'esistenza.
E' riflesso di labirintici specchi mentali, è prerogativa, è filtro interpretativo di ciò che siamo e che vogliamo comunicare.
Questo pensiero ad alta voce fluttua tra le note di una canzone dal titolo “Understimating Breathe” di una giovanissima Maria Rodes, una cantautrice spagnola purtroppo ben poco conosciuta al mercato ma che consiglio a tutti di ascoltare. Anzi, visto che le potenti tecnologie possono, non vi lascio con l'amaro in bocca e vi  dedico questo brano:
Oh Maria, menomale che sono una persona curiosa e che esploro in rete, altrimenti se mi fossi dovuta attenere al marketing discografico (pessimo oltretutto in Italia...) non avrei mai avuto il piacere di conoscerti. Essi, la logica del mercato ha “snaturato” o smembrato ogni cosa, dai rapporti sociali ai rapporti familiari, dall'istintivo percepire all'interiorizzare in invisibili recinti bisogni, istinti ed ambizioni, come se il nostro cervello fosse un immenso archivio grigio ammuffito, un catalogatore. E pensare, con tristezza, che molti cantautori reduci dai loro insuccessi “coerenti” (brani che delineano una precisa personalità, un preciso percepire, delle scelte etiche) preferiscano i loro successi “incoerenti”..
ed allora, quando ascolto e vedo che esistono comunque persone che investono senza compromessi, senza subire questa logica , il grigiume sparisce e lascia il posto ad un immenso campo verde dove ancora la punta di un dito può tracciare nuvole, colline in lontananza, il letto di un fiume..e ti viene voglia di fischiettare  schiaffeggiando l'aria con uno stelo.
Quest'artista, al pari di Julandrew o del gruppo The Great White Buffalo, musicisti con background differente naturalmente, sono stati con mio enorme orgoglio ascoltati, apprezzati e trasmessi in radio alla God Save the I.P. nelle prime puntate testing  (la mia radio on streaming per intenderci …) ed il riscontro è stato positivo. Ma ne potrei suggerire di altri, da Benee G. Redriser a Leslie Hunt, dai  the Wind Whistles ai  b-Shake, Brad Sucks con Bud Attraction, di cui il video a seguire
https://www.youtube.com/watch?v=6IBUn_jhpTw
Quindi, per concludere, non mi resta che augurarvi buon ascolto...e mi raccomando: difendete sempre la vostra proprietà intellettuale, perché è l'unico possesso o proprietà  che ci renda effettivamente liberi.